LA RACCOLTA DEI DATI BIO-PSICO-SOCIALI

La raccolta dei dati bio-psico-sociali coincide con un momento del lavoro clinico che assume una rilevanza specifica nel corso del processo diagnostico, perché permette di ottenere informazioni di carattere longitudinale sulla storia di vita – personale, familiare, patologica e psicopatologica – del paziente. In quest’ottica, la raccolta dati costituisce uno strumento prezioso che, in integrazione con gli altri elementi emersi – dai colloqui, dai test o da altre fonti – favorisce una comprensione approfondita del funzionamento della persona e del suo disagio.

Naturalmente, a seconda delle situazioni e dei diversi contesti di utilizzo, si definiscono in modo più preciso anche gli obiettivi specifici della raccolta dati e, di conseguenza, si sceglie il modello di lavoro più adeguato. Gli schemi da seguire per una raccolta efficace possono quindi essere innumerevoli e differenti, declinati sulla base dell’ambito di riferimento (clinico, scolastico etc.) e delle caratteristiche del paziente. In passato abbiamo già pubblicato su questo sito delle linee guida per la raccolta dei dati bio-psico-sociali: ad esempio, quella di Miller, uno psicologo scolastico molto noto negli Stati Uniti, che ha proposto una checklist per valutare svariate difficoltà di apprendimento e delle funzioni esecutive, utile anche come traccia per una raccolta di dati con la famiglia e/o con gli insegnanti.

In tale direzione, questa sezione è pensata per condividere riferimenti teorici, materiali e aggiornamenti sul tema della raccolta dei dati biopsico-sociali in diversi contesti di utilizzo.

 

Scarica il Modello di Miller (.pdf)

LETTURE E APPROFONDIMENTI

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