DI STRUMENTO IN STRUMENTO

Gli strumenti per il testing sono davvero tanti e non sempre è facile essere aggiornati. Alcune volte le case editrici adattano e tarano nuovi strumenti, altre volte sulle riviste di settore compaiono articoli in cui sono proposti approfondimenti degli strumenti già esistenti oppure i colleghi propongono nuovi parametri per la lettura dei risultati. L’aggiornamento è fondamentale. In primis perché permette banalmente di fare meno fatica. Da uno stesso strumento che il clinico ha imparato a somministrare magari diversi anni fa si possono “ottenere” nuovi dati, che possono risultare utili per dirimere dubbi diagnostici o anche – più semplicemente – per pervenire a una descrizione più puntuale del funzionamento della persona che si sta valutando. Strumenti performance-based come le scale Wechsler o stimulus attribution come il Rorschach o ancora i self-attribution test (MMPI-2 e MMPI-2 RF) sono un esempio di quanto appena asserito. In secondo luogo, i cambiamenti avvenuti nei modelli di psicopatologia – ci limitiamo a soffermarci su uno dei cambiamenti più importanti: l’opzione (presente peraltro anche nella seconda parte del DSM-5) per un modello dimensionale – hanno indubbie ricadute sia sulla lettura dei dati emersi dai test sia sulla scelta degli strumenti stessi.

Al fine di rendere più facile per il collega orientarsi nella molteplicità delle informazioni che oggi sono presenti nella letteratura e che si possono reperire soprattutto nelle riviste abbiamo deciso di seguire un criterio pragmatico e cioè di organizzare le informazioni sui singoli test suddividendoli tra quelli che sono già stati adattati e tarati e quindi sono già presenti sul mercato italiano (quali strumenti somministrare) e quelli che stanno per essere immessi sul mercato italiano (coming soon)